Criteri espositivi e le sale

Il Museo, pur adottando un criterio espositivo tradizionale basato su un ordine cronologico e, nell’ambito di questo, comunque tenendo conto della provenienza dei reperti (criterio topografico), ha inteso rafforzare l’impianto razionale dell’esposizione mediante l’uso di colori e simboli allusivi per le diverse fasi storiche testimoniate dai reperti, secondo una scala cromatica naturale che dall’arancio termina al rosso.

Si è così prodotto un logo carico e colorato, volto a suggerire complessità ma anche, se osservato nel dettaglio, uno sviluppo decodificabile, grazie alla sequenza ordinata, a spirale, dei tasselli colorati da cui è composto.

L’arancio indica la sala della Preistoria e dell’età del bronzo. Qui si è utilizzato come simbolo un’ascia, oggetto usato abitualmente dalle popolazioni indigene del tempo. Il giallo rappresenta la sala dell’età del ferro in cui è raffigurata una fibula (spilla) a quattro spirali che serviva per fermare i mantelli delle donne enotrie. Il verde indica la sala che raccoglie i reperti della necropoli di Torre del Mordillo, località di Spezzano Albanese, in cui si è scelto come simbolo la decorazione detta “a tenda” di un vaso in ceramica depurata enotria. Con il colore azzurro si indica la sala dell’età arcaica e classica, che ha come simbolo la decorazione di un frammento di fregio del santuario di Cozzo Michelicchio di Corigliano Calabro. Per la sala dei Brettii, fondatori della città di Cosenza, è stato usato il colore violetto e come simbolo la moneta avente l’indicazione del nome greco del popolo. Infine per la sala dell’età romana si è ricorso al colore rosso e come simbolo ad un’aquila, decorazione presente su una delle lucerne provenienti dalla Grotta “delle Ninfe” di Cerchiara di Calabria.

La M centrale sul fondo nero sta ad indicare “Museo”.

Lungo il percorso espositivo i pannelli, i banner e le fasce sulle vetrine richiamano, facendo da guida al visitatore, il colore identificativo dell’epoca illustrata in ciascuna sala.

SALE 1-4: dai primi abitatori dell’età della pietra (100.000 anni fa) all’illustre popolo degli Enotri, che a partire dalla media età del bronzo e durante l’età del ferro (1.700-720 a.C.) intrattenne scambi con i Micenei prima e i Greci poi, fino alla colonizzazione greca e alla nascita della Magna Grecia. La necropoli di Torre del Mordillo rappresenta il cuore di questa sezione espositiva.

SALA 5: la colonia di Sibari, fondata nel 720 e distrutta nel 510 a.C. dalla città di Crotone, è rappresentata dal santuario extraurbano di Cozzo Michelicchio. Oltre alle note statuette fittili, sono esposti i frammenti dei fregi dipinti, già attribuiti alla località di San Mauro.

SALE 6-8: le vicende della colonia panellenica di Thurii – rifondata nel 444 a.C. per volere di Pericle dagli Ateniesi e gli altri Greci sulle rovine della scomparsa Sibari – e dei popoli indigeni: in opposizione ai Lucani e ai Greci si definisce infine il popolo dei Brettii (356 a.C.), con Cosenza come capitale.

SALE 9-10: i Romani soggiogarono i Brettii dopo la seconda guerra punica (202 a.C.). Cosenza mantenne un’importanza centrale nella regione, come illustrato dagli scavi urbani. Tre epigrafi e la collezione numismatica, con monete dall’età magnogreca a quella medievale, completano l’esposizione.

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Criteri espositivi e le sale / Preistoria e Protostoria / L’età del ferro / La necropoli di Torre del Mordillo / L’età arcaica e classica / I Brettii / L’età romana / Il monetiere / Il Risorgimento

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